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Un antichissimo racconto cinese taoista narra di un contadino che viveva in un povero villaggio di campagna ed era considerato molto ricco, perché possedeva un cavallo per arare la terra e per trasportare oggetti. Un giorno, il cavallo scappò e tutti i vicini esclamarono: "Che disgrazia!”, ma il contadino disse semplicemente:...

Non sono passati tanti giorni da quando ci siamo scambiati auguri. E abbiamo usato un linguaggio fatto di superlativi: ti auguro un anno pieno di successi, ti faccio mille auguri, spero che tu possa realizzare ogni tuo sogno, sono sicuro che i tuoi proponimenti diventeranno realtà, e così via. Ma poi la festa è finita, il tempo dato per uscire dalla realtà è terminato. Abbiamo di fronte la quotidianità, siamo rientrati nel mondo abituale. Come succede a settembre al ritorno delle vacanze, dove il confronto tra relax e la realtà si fa più acuto: una distanza incolmabile tra quello che ci siamo augurati e la vita di tutti giorni.